in the heart of Burano colorful silence
Quello che più mi ha colpito di Burano non sono tanto i colori delle sue casette variopinte, quello è un dato oggettivo. Mi ha sorpreso invece questo grande silenzio che avvolge il paese, alla sera. Quando i turisti se ne tornano in battello a Venezia e restano solo pochi attori in giro per le viuzze. Solo i buranelli a passeggio, per i fatti loro o con i cani al guinzaglio. Nessun rumore di motori che rimbombano nelle strade o vocìo di gente alterata dall’alcol. Questo per un cittadino ha un sapore davvero particolare. Metafisico? Surreale? Un po’ l’uno un po’ l’altro.
Il silenzio chiassoso dei colori di Burano lo si ritrova poi in strada la mattina presto, quando l’ombra lunga del sole si insinua nelle corti dove già i panni sono bandiere al vento. Le casette a schiera della corte di Comare fanno somigliare questa singolare piazzetta a un beguinage fiammingo con tanto di frontoni a coronamento delle case e il vasto prato sul davanti, dove mi aspetto di veder passeggiare una beghina assorta in preghiera. E invece ecco il consueto buranello con il cane al guinzaglio.
Ho detto colori chiassosi, nel senso che vogliono attirare l’attenzione, non dozzinali. Del resto sembra proprio questa la loro ragione d’essere, in principio: farsi riconoscere da lontano dai pescatori che tornavano a casa nelle giornate di nebbia. Un altro aneddoto parla invece di nebbie alcoliche, ma resta pur sempre un fatto di perdersi e ritrovarsi. A meno di cadere in un canale.
Giallo limone, rosa shoking, blu elettrico, verde pisello, calmo turchese o rosso diabolico. Quale preferite?